sabato 25 gennaio 2014

Ecco la primavera

Anche se siamo in pieno inverno, mi sembra il giorno perfetto.
È una ballata del Trecento, il periodo in cui in Europa fioriva la cosiddetta "Ars Nova", francese ed italiana. È un momento caratterizzato da una forte produzione di musica profana piuttosto che sacra.
In Francia, nelle cui grandi cattedrali si era sviluppata la polifonia sacra, si manifesta attraverso la composizione di mottetti a 3 o 4 voci in cui la musica è scorrelata dal testo, con una struttura a moduli ritmici e melodici che si ripetono. In Italia, invece, nel brodo culturale caratterizzato dal Dolce Stil Novo e dalle pitture di Giotto, si sviluppano canti profani molto più semplici come il Madrigale (del Trecento), la Caccia e la Ballata.
La polifonia in Italia arriva tardivamente, rispetto alla Francia dove era nata, quindi le composizioni italiane superano di rado le 2 voci. In particolare la Ballata, la forma più matura dell'Ars Nova italiana, era di solito composta da una quartina, la Ripresa, due coppie di versi con musica diversa, i Piedi, una Volta con stessa musica e stesso schema metrico della prima quartina, ed una ripetizione della Ripresa.
Ed è proprio una ballata, quella che volevo proporre, che segue esattamente questo schema. L'autore, Francesco Landini (1325 - 1397), è il massimo esponente dell'Ars Nova italiana.

testo:

 Ecco la Primavera
che 'l cor fa rallegrare.
Temp'è d'innamorare
e star con lieta cera.

Noi veggiam l'aria e 'l tempo
che pur chiam' allegrezza.

In questo vago tempo 
ogni cosa ha vaghezza.

L’erbe con gran freschezza 
e fior copron i prati
e gli alberi adornati 
sono in simil manera.


 Ecco la Primavera
che 'l cor fa rallegrare.
Temp'è d'innamorare
e star con lieta cera.




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