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martedì 4 marzo 2014

Dido's Lament

Henry Purcell (1659 - 1695) è uno tra i più grandi compositori britannici nella storia della musica.
Viene in particolare ricordato per le composizioni dedicate al teatro, tra le quali spicca il capolavoro "Dido and Aeneas"(1688), opera in tre atti, composta per un collegio femminile.
La storia, tratta dalla celeberrima Eneide di Virgilio, è incentrata sull'amore di Didone per Enea e la sua disperazione quando questi la abbandona.
L'aria che volevo proporre "When I am laid in earth", detta anche "Dido's lament", è il momento in cui Didone disperata rivolge alla sorella e ancella Belinda le sue ultime parole, quasi un testamento:

When I am laid, am laid in earth, may my wrongs create
No trouble, no trouble in thy breast;
Remember me, remember me, but ah! forget my fate.
Remember me, but ah! forget my fate.

Il brano è strutturato come una ciaccona o passacaglia: un frammento di linea di basso si ripete per tutta la durata dell'aria, per un totale di undici volte.
Come si può vedere dallo spartito, incorporato nel video, questa linea è fortemente cromatica, per sottolineare il dolore e la sofferenza.
Il cromatismo viene spessissimo usato, in particolare nel tardo Rinascimento e Barocco, proprio per sottolineare questi aspetti e trasmettere questo genere di stato d'animo, ed è tipico di questo genere di arie detto "Lamento".
Questo in particolare è di una semplicità estrema e fortemente suggestivo.


lunedì 13 gennaio 2014

Il Genio e la Grazia

Vorrei parlare, stasera, di un'aria a me molto cara: "Schnelle Füβe, rascher Mut" da "Die Zauberflöte" (il Flauto Magico) di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) [....e chi poteva essere il Genio, se non lui?].
L'opera appartiene al genere del Singspiel, una forma operistica che si è sviluppata in area austro-tedesca, in lingua, appunto tedesca. I temi sono di solito di genere favolistico. La grande differenza col teatro italiano è che in questo genere i recitativi sono recitati e non cantati.
La trama del Flauto Magico, se letta ad un livello superficiale, sembra una favola per bambini: vi sono oggetti magici, poteri straordinari, apparizioni di animali e cori di spiriti. È la storia di un ragazzo giovane ed ingenuo che diventa uomo acquistando saggezza grazie alla scoperta dell'amore e al superamento di varie prove.
L'intera opera è in realtà piena di simbologie e significati profondi, che vanno da ideali illuministi a riferimenti alla massoneria, rendendola estremamente ricca e profonda.
E tutto questo, non dimentichiamocelo, è messo in musica dal Genio di Mozart, con incredibile grazia ed eleganza, semplicità ed espressività.
In questa scena Papageno, l'uccellatore, e Pamina, la figlia della Regina della Notte, stanno cercando il principe Tamino quando vengono trovati da Monostatos, il servo di Sarastro, il Sacerdote del Regno della Saggezza. Il servo, assieme ai suoi schiavi, minaccia di imprigionarli. Ma Papageno si mette a suonare il carillon magico che gli era stato donato dalle tre Dame a servizio della Regina, che con la sua musica, induce Monostatos e i suoi schiavi a cantare e ballare con gioia. Così i due sono liberi di continuare la loro ricerca.
Questo frammento di trama, apparentemente "stupidissimo", racchiude ad esempio una concezione della musica capace di grandi poteri sull'animo umano che è stata ereditata dagli antichi greci.
Ho scelto una versione del Flauto Magico che è secondo me la Versione (con V maiuscola) per eccellenza. Ha un cast di grandi cantanti che dimostrano di essere anche grandi attori: Simon Keenlyside nei panni di Papageno, Dorothea Röschmann in quelli di Pamina e la divina Diana Damrau in quelli della Regina della Notte. Vi consiglio caldamente di andarvi a sentire la sua interpretazione della famosissima aria della Regina della Notte. È da brividi!
Il video di YouTube che ho trovato si interrompe sulla scena successiva, lasciando l'amaro in bocca. Purtroppo non ne ho trovati altri online, di quella versione (io ho il DVD, un must).

Testo:
Piedi veloci, animo pronto,
Proteggon dal nemico astuto e irato.
Trovassimo almeno Tamino!
Altrimenti ci acchiappan di nuovo.
PAMINA
Caro giovane! -
PAPAGENO
Zitta, zitta, io so far meglio.
(zufola)
(Tamino risponde da fuori col suo flauto)
A DUE
Quale gioia è mai più grande,
L’amico Tamino ci ode già,
Il suono del flauto è giunto fin qui.
Quale felicità se lo trovo.
Ma rapidi, ma rapidi! -
(vogliono andare)
SCENA QUINDICESIMA
Detti, Monostato.
MONOSTATO
(schernendoli)
Ma rapidi, ma rapidi…
Ah! - vi ho acchiappati di nuovo!
Presto qui con ferri e acciar;
Aspettate, v’insegneremo le buone 
[maniere!
Farla a Monostato! -
Presto qui con catene e funi,
Olà! schiavi, venite qui! -
PAMINA E PAPAGENO
Ah! per noi è finita,adesso!
(Gli schiavi vengono con catene)
PAPAGENO
Chi molto osa, ottiene spesso molto!
Su, bella cassettina,
Fa risuonare i campanelli,
Sì che gli cantino le orecchie.
(Papageno suona il Glockenspiel. Subito
Monostato e gli schiavi danzano e cantano, e
se ne vanno marciando sul ritmo del canto)
MONOSTATO E SCHIAVI
Suona così bene,
Suona così bello!
La la ra, la la ra.
Mai nulla di simile
Ho udito nè veduto!
La la ra, la la ra.
(si allontanano a passo di marcia)
PAPAGENO E PAMINA
(ridono)




martedì 7 gennaio 2014

Perché?

Chi mi conosce sa che per la scrittura, e in generale per la lingua italiana, non sono proprio portata. Per questo vorrei inaugurare (o INCIGNARE, come si dice dalle mie parti) questo blog partendo direttamente con la musica, che ne sarà la grande protagonista.
Vorrei iniziare con un autore a me molto caro, tra i più sottovalutati e meno diffusi nelle sale da concerto e nei teatri dei giorni nostri: Claudio Monteverdi (1567 - 1643).
Il primo vero genio della storia della musica, che nel passaggio tra i due secoli è riuscito ad essere sempre moderno e al passo coi tempi.
Uno tra i suoi più grandi meriti è quello di aver contribuito alla nascita dell'opera. Ed è proprio dall'opera che vorrei partire, proponendovi l'apertura e la prima aria de "L'Orfeo", sottotitolata "Favola in musica".
In quest'aria vi è il personaggio della Musica che canta, presentandosi e introducendo la storia. Da segnalare, nella seconda e terza quartina, la concezione della Musica come capace di influenzare gli animi ed il riferimento all'armonia delle sfere (l'armonia dell'universo), caratteri tipici del mondo greco.
Ma la parte geniale è nell'ultima quartina: Monteverdi invita gli ascoltatori al silenzio!
Finché Musica canta, si fermino gli uccelli tra le piante, i fiumi e il vento.

link:
http://youtu.be/EdHFxkd7s0s
Ho scelto Jordi Savall (direttore) e sua moglie Monserrat Figueras (Musica) perché grandissimi interpreti di questo tipo di repertorio. E poi lei ha una voce pazzesca!
Purtroppo il video non si può incorporare e ed è di scarsa qualità, ma non c'era di meglio.


testo:
Dal mio Permesso amato a voi ne vegno,
incliti eroi, sangue gentil di regi,
di cui narra la fama eccelsi pregi,
né giugne al ver perch'è troppo alto il segno.

Io la Musica son, ch'a i dolci accenti
so far tranquillo ogni turbato core,
ed or di nobil ira, ed or d'amore
posso infiammar le più gelate menti.

Io su cetera d'or cantando soglio
mortal orecchio lusingar talora,
e in guisa tal de l'armonia sonora
de le rote del ciel più l'alme invoglio.

Quinci a dirvi d'Orfeo desio mi sprona,
d'Orfeo che trasse al suo cantar le fere,
e servo fe' l'inferno a sue preghiere,
gloria immortal di Pindo e d'Elicona.

Or mentre i canti alterno, or lieti, or mesti,
non si mova augellin fra queste piante,
né s'oda in queste rive onda sonante,
ed ogni auretta in suo camin s'arresti.