La Lauda è una forma vocale sacra non liturgica in volgare, sviluppatisi in Italia (più precisamente in Toscana e Umbria) in corrispondenza della nascita dei nuovi movimenti religiosi che poi diventeranno i Francescani, Domenicani e altri.
L'avvento di queste nuove congregazioni porta ad una crescita del sentimento religioso che coinvolge tutti i ceti. I canti in volgare diventano quindi il mezzo di comunicazione preferito, essendo molto più comprensibili di quelli in latino, eseguiti durante la liturgia.
Questo tipo di canto, detto appunto Lauda, viene dapprima tramandato oralmente ed è in stile monodico. Col passare degli anni si inizia a raccoglierli in "Laudari", alcuni dei quali giunti fino a noi (il più antico: Laudario di Cortona, seconda metà del XIII secolo), e diventano polifonici. Continueranno ad essere eseguiti fin nel Rinascimento, e ritroveranno vigore nel periodo della Controriforma, fino all'avvento dell'Oratorio, che li soppianterà.
La forma è strofica, con momenti corali alternati ad interventi solistici.
Per fare un illustre esempio, il "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi fa parte di questo genere.
La Lauda che volevo proporre si trova proprio raccolta del Laudario di Cortona, in una versione polifonica piuttosto suggestiva.
testo:
Laude novella sia cantata
A l'alta donna encoronata
Fresca vergene doncella
Primo fior, rosa novella
Tutto'l mondo a te s'apella
Nella bon'or fosti nata
Laude novella sia cantata
A l'alta donna encoronata
Fonte se’ d’aqqua surgente,
madre de Dio vivente:
tu se’ luce de la gente,
sovra li angeli exaltata.
Laude novella sia cantata
A l'alta donna encoronata
Tu se' verga,
tu se' fiore
Tu se' luna de splendore
Voluntà avemo e core
De venir a te, ornata
Laude novella sia cantata
A l'alta donna encoronata
Tu se' rosa, tu se' gillio
Tu portasti el dolce fillio
Però, donna, si m'enpillio
De laudar te, honorata
Laude novella sia cantata
A l'alta donna encoronata
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