martedì 7 gennaio 2014

Perché?

Chi mi conosce sa che per la scrittura, e in generale per la lingua italiana, non sono proprio portata. Per questo vorrei inaugurare (o INCIGNARE, come si dice dalle mie parti) questo blog partendo direttamente con la musica, che ne sarà la grande protagonista.
Vorrei iniziare con un autore a me molto caro, tra i più sottovalutati e meno diffusi nelle sale da concerto e nei teatri dei giorni nostri: Claudio Monteverdi (1567 - 1643).
Il primo vero genio della storia della musica, che nel passaggio tra i due secoli è riuscito ad essere sempre moderno e al passo coi tempi.
Uno tra i suoi più grandi meriti è quello di aver contribuito alla nascita dell'opera. Ed è proprio dall'opera che vorrei partire, proponendovi l'apertura e la prima aria de "L'Orfeo", sottotitolata "Favola in musica".
In quest'aria vi è il personaggio della Musica che canta, presentandosi e introducendo la storia. Da segnalare, nella seconda e terza quartina, la concezione della Musica come capace di influenzare gli animi ed il riferimento all'armonia delle sfere (l'armonia dell'universo), caratteri tipici del mondo greco.
Ma la parte geniale è nell'ultima quartina: Monteverdi invita gli ascoltatori al silenzio!
Finché Musica canta, si fermino gli uccelli tra le piante, i fiumi e il vento.

link:
http://youtu.be/EdHFxkd7s0s
Ho scelto Jordi Savall (direttore) e sua moglie Monserrat Figueras (Musica) perché grandissimi interpreti di questo tipo di repertorio. E poi lei ha una voce pazzesca!
Purtroppo il video non si può incorporare e ed è di scarsa qualità, ma non c'era di meglio.


testo:
Dal mio Permesso amato a voi ne vegno,
incliti eroi, sangue gentil di regi,
di cui narra la fama eccelsi pregi,
né giugne al ver perch'è troppo alto il segno.

Io la Musica son, ch'a i dolci accenti
so far tranquillo ogni turbato core,
ed or di nobil ira, ed or d'amore
posso infiammar le più gelate menti.

Io su cetera d'or cantando soglio
mortal orecchio lusingar talora,
e in guisa tal de l'armonia sonora
de le rote del ciel più l'alme invoglio.

Quinci a dirvi d'Orfeo desio mi sprona,
d'Orfeo che trasse al suo cantar le fere,
e servo fe' l'inferno a sue preghiere,
gloria immortal di Pindo e d'Elicona.

Or mentre i canti alterno, or lieti, or mesti,
non si mova augellin fra queste piante,
né s'oda in queste rive onda sonante,
ed ogni auretta in suo camin s'arresti.


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